Quando mi hanno proposto di fare questa mostra ne sono stata
profondamente onorata, non tanto perché si doveva descrivere un qualcosa sulla Prima
o sulla Seconda guerra mondiale, ma perché si andava a parlare di un periodo
storico che pochi conoscono.
La guerra è fatta di pace, di uomini che dovevano rientrare,
e di uomini che erano prigionieri … di
mezzi lasciati sui campi di battaglia e di mezzi portati sui campi i battaglia,
di tecnologie usate e di tecnologie da perfezionare. Solo analizzando quello che è
avvenuto si può fare un passo verso il futuro … e così è stato.
Quindi, nell'allestimento, ho pensato di dover dare un vestito
ad altre pagine di storia proprio come se dovessero essere nuovi fogli di un
libro….un libro di Artiglieria (giallo) e un filo rosso conduttore (fascia
bianca)
Il grande supporto dal grande titolo suggerito dal Gen.
Poli, già dall’inizio ci ha fatto
lavorare duramente con il Direttore del Museo Ten. Col. Michele Corrado con il
Primo Luogotente Enrico Galletti …con i generali e soci dell’ANARTI e del suo
presidente Gen. Pastorello…il Gen. Uzzo, il Gen. Puliatti e con un grande appassionato
il Dott. Pier Carlo Sommo. Abbiamo raccolto scritti … immagini e tutto quello
che potevamo… per scrivere delle pagine a ricordo di quella storia di mezzo che
ci ha permesso di capire pregi e difetti di ciò che era avvenuto…. tutto parla di un filo sottile che unisce
la macchina agli uomini, così, la "mostra" letta nella sua interezza
di numeri ed immagini, mette in luce la
tecnologia conosciuta e non conosciuta (quella degli avversari) e come veniva compresa (in quasi tutte le immagini o
abbiamo il confronto della grandezza
degli oggetti o abbiamo lo sforzo di un frammento di attimo di vita per
sopravvivere), …..ma se letta anche solo
una pagina ci potrà dare lo stimolo a leggere la pagina successiva per capire chi
siamo stati e chi siamo,... e chi saremo.
Grazie
Torino 18 febbraio 2020
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